
Si è svolto ieri, il primo degli incontri di confronto e dialogo con cittadini, Ordini professionali e associazioni, avviati dall’Amministrazione comunale sul futuro della piattaforma di La Martella, ex discarica comunale in fase di completa bonifica e messa in sicurezza. Il sindaco Domenico Bennardi, l’assessore all’Ambiente, Massimiliano Amenta, e il presidente del consiglio comunale, Francesco Salvatore, hanno incontrato i rappresentanti dell’associazione di La Martella “Amici del borgo”, Paolo Paladino e Paolo Grieco, con quelli del comitato “Quaroni”, Tommaso Martinelli ed Eustachio Cuscianna. È stato un confronto costruttivo, fatto di critiche e proposte, che ha soddisfatto gli amministratori comunali, chiamati ad assumere una decisione strategica per il futuro della piattaforma, oltre che per borgo La Martella e tutta la città dei Sassi. «Sappiamo bene cosa ha rappresentato per noi quell’area un tempo adibita a discarica -ha detto il sindaco in apertura di lavori- oggi vogliamo confrontarci con tutti sul futuro di quel sito, perché non vogliamo si torni al passato, neppure colmando la quinta vasca (dove c’è ancora una capienza residua di circa 43mila tonnellate), ma tenerlo chiuso produrrebbe costi di dismissione e gestione trentennale assolutamente insostenibili.
Ad oggi non escludiamo nessuna ipotesi, dal fotovoltaico a processi di economica circolare integrati con esso, purché siano sostenibili dal punto di vista ambientale. Tutto tranne un impianto che torni a ricevere e stoccare rifiuti». Di «passato non più replicabile» ha parlato anche l’assessore Amenta, stigmatizzando chi oggi specula politicamente sulle paure dei residenti di La Martella. «Siamo usciti dall’Infrazione europea dopo 12 anni -ha spiegato Amenta- oggi il terzo e quarto settore sono bonificati e messi in sicurezza, si sta lavorando ad ultimare anche il primo e secondo settore, mentre il quinto ha volumetrie residue. Matera porta i suoi rifiuti fuori con quello che ne consegue in termini costi per la collettività, mentre la Regione sta lavorando a un Piano territoriale complessivo che vada nella direzione dell’economia circolare, ovvero della valorizzazione energetica pulita del rifiuto, per uscire dalla gabbia dei combustibili fossili. Peraltro l’assenza di una decisione, e quindi la chiusura dell’impianto -ha proseguito Amenta- produrrebbe costi iniziali per 5-7 milioni, più circa 500mila euro l’anno per i prossimi trent’anni in manutenzione della piattaforma. Un peso insostenibile per il Comune, senza aumentare la tassa di scopo e penalizzare i servizi essenziali alla città.
Possiamo mettere a valore quella piattaforma, e per questo abbiamo aperto il dialogo con la città, raccogliendo proposte anche via mail all’indirizzo: piattaformalamartella@comune.